martedì 13 agosto 2013

Partire

Partire.
Un'azione come tante.
Valigia, dentro il minimo indispensabile e l'assolutamente superfluo.
Aeroporto.
Una meta, neanche tanto precisa.
Eppure c'è di più, molto di più.
La partenza è sempre un taglio.
Si tolgono le confortevoli pantofole del quotidiano e ci si slancia verso qualcos'altro.
Cosa? Non è neanche quello l'importante.
Che si indossino scarponi da trekking, mute da sub, doposci o semplicemente piedi nudi sulla terra asciutta dell'Africa, la questione è un'altra.
Partire è lasciare.
E' sospendere, anche solo per qualche giorno.
Pensieri, parole, persone si cristallizzano e restano lì, tesi verso di noi come rami d'albero al cielo eppure lontani, lontanissimi. A un passo dallo sfiorarci ma a mille miglia dal prenderci davvero.
Una nebulosa matassa di voci e di volti che per un po' galleggeranno ai margini dell'inconscio.
Lasciandoci liberi.
E anche soli.
Perché partire è lasciare tutto, nel bene e nel male, nella buona e nella cattiva sorte.
Per questo partire è coraggio.
E' sfida.
E ci mette di fronte a noi stessi.
Lontani da luoghi che riflettono ciò che eravamo, da persone che rimandano l'idea che hanno di noi.
E' solo di fronte al nuovo che vediamo chi siamo davvero.
E costruiamo quello che saremo in futuro.


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