Nome: Alessia Nolli
Età: 32
Provenienza: provincia di Monza e Brianza
IN PUNIZIONE
L'aurora rischiarava le sagome dei palazzi della città.
Iniziava ad albeggiare e una luce brillante rendeva tutto più definito, netto.
La notte stava ritirando veloce il suo buio, come se il sole prepotente volesse
scacciar via le tenebre. Elena socchiuse gli occhi e respirò a fondo l'aria
ancora frizzante della notte. «E' ora di muoversi», disse.
Si erano appostati per diverse ore, e il cambio della
guardia sarebbe avvenuto di lì a dieci minuti. La squadra si era preparata a
lungo nei giorni precedenti, per riuscire a trovare una falla nel sistema di
sicurezza della villa.
I primi raggi di sole fecero capolino dietro i lontani
grattacieli, segnale certo di procedere con la tabella di marcia.
«Il primo gruppo pensi all’azione di disturbo, noi
quattro proseguiamo verso l’ingresso dei domestici.» Tre uomini si
allontanarono con passo felpato, accucciandosi vicino a un cassonetto verde
oliva. Trafficarono per qualche minuto con gli zaini, poi buttarono dei piccoli
oggetti nella spazzatura e oltre il muro della grande casa.
Gli scoppi in rapida successione attirarono l’attenzione
delle guardie all’entrata, che si allontanarono di corsa in direzione del
rumore. Erano addestrati a sparare prima di chiedere le generalità.
Nessuno poteva avvicinare il sindaco, e le misure di
sicurezza erano state aumentate da quando c’era stato un attentato qualche mese
prima.
Ma Elena era decisa a entrare in quella casa-fortezza,
conscia dei pericoli e della possibilità di non riuscire a uscirne mai più. La
piccola Sara era prigioniera nelle segrete della villa, vittima della voglia
del sindaco di punire Elena per i suoi errori.
Era stato un caso, non aveva voluto davvero infrangere le
regole, ma era successo, e il sindaco gliel’avrebbe fatta pagare cara.
«Perché tua sorella è prigioniera in quel lurido posto?»
chiese uno dei ribelli che aiutavano Elena nel salvataggio.
«Io e Sara lavoravamo come cameriere tuttofare in questa
casa, e avevamo un’unica regola: non entrare mai nella stanza rosa del primo
piano.»
«E tu invece ci sei entrata? Cosa c’era al suo interno?»
Elena sospirò, prendendo tempo e guardando verso il giardino fiorito davanti
alla casa.
«Un segreto inconfessabile, qualcosa che il sindaco non
vuole far sapere ai suoi concittadini.» Quel pomeriggio era salita a pulire le
stanze del primo piano, ma aveva finito prima, fermandosi un attimo in
corridoio.
La porticina rosa la chiamava, come un potente
incantesimo. La curiosità aveva vinto, così la giovane si era avvicinata al
legno laccato. Nessun rumore si udiva al di là della porta, nessun movimento
strano.
La maniglia si era abbassata con facilità, rivelando una
grande stanza piena di giochi e oggetti per neonati.
C’era però qualcosa di sbagliato in tutto ciò che Elena
guardava, era tutto più grande, come se un adulto potesse usare tranquillamente
quegli oggetti, tornando a essere un pargolo di pochi mesi.
Mentre era ipnotizzata da quello spettacolo, una mano si era
appoggiata sulla spalla di Elena, facendola saltare per aria con un urlo
strozzato.
Il viso iracondo del sindaco era irrigidito in un finto
sorriso accondiscendente. «Perché ti trovi qui piccola Elena? Perché ti ribelli
alle mie regole?»
La giovane aveva balbettato, terrorizzata, non riuscendo
ad articolare una frase di senso compiuto. Il sindaco tiranno l’aveva guardata,
prima di sputare la sua sentenza.
«In punizione.» Elena vide una guardia del corpo di nero
vestita, avvicinarsi pericolosamente al suo braccio con delle manette nella
mano destra.
Non poteva essere vero, non doveva permettere loro di
farle del male. Doveva fuggire.
Con le ali della paura, e la mente lucida dall’odio per
quel sindaco autoritario, Elena svicolò tra i due uomini, scivolando via come
un’anguilla.
«Prendila, prendila. Mettila in punizione.» La rabbia
trattenuta a stento eruttò dal sindaco in urla, gesti inconsulti e piagnistei.
Sembrava un bambino che non aveva avuto il giocattolo del momento.
Il tono di voce era aumentato alla fuga della giovane
cameriera, diventando stridenti urla rabbiose. Elena correva come il vento
scendendo scale, uscendo da porte secondarie, nascondendosi tra gli alberi del
parco, fino a un grande ciliegio vicino al muro di cinta.
Vi si era arrampicata in un lampo, scavalcando la parete
di mattoni. Era scesa in strada, allo scoperto, e doveva trovare subito riparo
e aiuto. Aveva corso nei vicoli del quartiere dei commercianti, arrivando senza
fiato a casa dell’amico Carlo.
Lui l’avrebbe aiutata.
Si era creato un gruppo di dissidenti, che volevano
rovesciare la dittatura del sindaco. Carlo ne era il capo, e da tempo cercava
il modo per arrivare a lui.
Così Elena era stata ospitata in città, nascosta agli
occhi delle guardie che pattugliavano i quartieri alla ricerca della cameriera
fuggiasca. Dopo una settimana, il sindaco era apparso in televisione,
annunciando in una conferenza stampa che Elena era una ricercata pericolosa.
«Metto una taglia sulla sua testa, perché lei possa
essere riportata a me e messa in punizione. Chiunque mi porterà informazioni
utili avrà una fornitura di cibo e vestiti extra, oltre a quelli dati nella
distribuzione ordinaria.»
Era assurdo. Elena si sentiva braccata, e questo
complicava le cose. Me non era ancora finita.
«Cara Elena, se mi stai ascoltando, ti chiedo di
consegnarti spontaneamente. Potrai salvare dalle prigioni la tua giovane sorellina
Sara. Ora lei è in punizione al posto tuo.»
Elena era rimasta senza parole, in piedi davanti al
televisore di Carlo. Poi tutto era diventato buio, ed era svenuta. Quando si
era ripresa, aveva chiesto aiuto ai ribelli, che ora si trovavano fuori dalla villa
per salvare Sara e tutti quei prigionieri nelle grinfie del sindaco.
I suoi genitori sarebbero stati fieri di lei, da lassù. I
ribelli avevano un piano preciso per colpire la dittatura, anche a costo di
forti perdite. Elena era una di loro adesso, ed era davvero ora di muoversi.
Io sottoscritta
ALESSIA NOLLI dichiaro che l’opera in concorso “IN PUNIZIONE” è frutto del mio
ingegno e, contestualmente, autorizzo al trattamento dei dati personali ai
sensi del D. Lg.n° 196/2003 per la tutela dello stesso. Autorizzo altresì, gli
organizzatori del contest all’uso dell’elaborato per lo svolgimento dello
stesso.
09/04/14
Alessia Nolli
Veramente bello, mi piace molto!
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