Ormai
le trovi ovunque, e sono sempre di più.
Hanno detto basta all’uncinetto, al giardinaggio e ai loro amati gatti. Stanche di essere babysitter a costo zero, sarte a domicilio, cuoche della domenica, superano le barriere delle mura domestiche e dei circoli ricreativi: via le vestagliette a fiori e le ciabattine da casa, si torna ai fasti di tubino e tacco 12.
Hanno detto basta all’uncinetto, al giardinaggio e ai loro amati gatti. Stanche di essere babysitter a costo zero, sarte a domicilio, cuoche della domenica, superano le barriere delle mura domestiche e dei circoli ricreativi: via le vestagliette a fiori e le ciabattine da casa, si torna ai fasti di tubino e tacco 12.
Ebbene
sì, parliamo proprio di loro, le nonnine rampanti. Donne non più
giovanissime ma decise a riportare indietro l’orologio del tempo
fino ai loro anni di gloria.
Intendiamoci,
non che ci sia nulla di male. Personalmente, da una parte approvo il
loro coraggio, il loro anticonformismo, la loro sprezzante
caparbietà.
Dall'altra,
diciamo che in alcuni casi i risultati non brillano particolarmente
per buon gusto.
Che
alla fine, a noi pulzelle, non è che la cosa tanga poi molto. Al
limite gli unici svantaggi sono che ci potremmo ritrovare a prestare
le nostre favolose décolleté alla nonna, pretendendo in cambio i
suoi adorabili leggins di pelle. O assistere alla scena lievemente
spiazzante di trovarcela nello stesso locale, a flirtare con il
barista tuo coetaneo.
No,
il vero problema, cari miei, è proprio per voi maschietti. Voi
uomini conquistatori dal radar a 360°, galletti dalle penne
sgargianti e l'occhio lungo pronto a individuare la prossima vittima
di cotanto charme.
Immaginiamo
la scena.
Lui,
homo sapiens medio in cerca di una femmina con opportuna carrozzeria
da trascinare nella propria caverna, possibilmente per i capelli.
Lei,
tremendamente chic, dal capo adorno di lunghi capelli dorati ai piedi
avvolti in raffinati stivali di camoscio. Magra, squisitamente magra,
fasciata in pantaloni neri su cui cala l'invitante sipario di un
elegante cappottino invernale. Un po' sobria, ma può fare al caso
suo.
Basta
poi una fuggevole occhiata allo smalto rosso fuoco per accendere la
libido e – di conseguenza – spegnere il neurone. Il maschio
cacciatore si getta all'assalto, raggiunge la preda e la paralizza
con una brillante battuta sul tempo ballerino delle mezze stagioni.
E
poi avviene il patatrac, il quarantotto, il crollo ormonale ai limiti
storici.
Lei si volta.
Lei si volta.
E
il suo viso sembra quello di un carlino, le rughe miseramente velate
da strati di fondotinta, cipria e terra immancabilmente marrone.
Io
me li immagino, i poveri ragazzi. Quante scuffie si devono prendere,
quanti pensieri scabrosi sulle gambe snelle di queste nonnine
rampanti.
Che
poi il ricordo non va mica via, eh. Eh no. Una volta pensato, l'hai
pensato. Solo che se nelle tue inconsapevoli fantasie lei era una
sexissima signorina di primo pelo, ora ti ritrovi con una che è già
indietro di un paio di generazioni.
E
allora il ricordo va inevitabilmente alla tua, di nonna. La quieta
vecchina che cucina tagliatelle la domenica – e magari si chiama
anche Pina-, che ripara gli strappi su quei vestiti troppo stretti ma
che hai comunque provato a indossare, che fa l'orlo praticamente a
tutti i tuoi pantaloni.
E
ti chiedi se forse quell'abitino di Prada andato smarrito nella sua
veranda – che è di fatto un atelier – non abbia fatto tutt'altra
fine.
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