giovedì 10 aprile 2014

[Provini WritersXfactor] Alessia Nolli

Nome: Alessia Nolli
Età: 32
Provenienza: provincia di Monza e Brianza



IN PUNIZIONE

L'aurora rischiarava le sagome dei palazzi della città. Iniziava ad albeggiare e una luce brillante rendeva tutto più definito, netto. La notte stava ritirando veloce il suo buio, come se il sole prepotente volesse scacciar via le tenebre. Elena socchiuse gli occhi e respirò a fondo l'aria ancora frizzante della notte. «E' ora di muoversi», disse.
Si erano appostati per diverse ore, e il cambio della guardia sarebbe avvenuto di lì a dieci minuti. La squadra si era preparata a lungo nei giorni precedenti, per riuscire a trovare una falla nel sistema di sicurezza della villa.
I primi raggi di sole fecero capolino dietro i lontani grattacieli, segnale certo di procedere con la tabella di marcia.
«Il primo gruppo pensi all’azione di disturbo, noi quattro proseguiamo verso l’ingresso dei domestici.» Tre uomini si allontanarono con passo felpato, accucciandosi vicino a un cassonetto verde oliva. Trafficarono per qualche minuto con gli zaini, poi buttarono dei piccoli oggetti nella spazzatura e oltre il muro della grande casa.
Gli scoppi in rapida successione attirarono l’attenzione delle guardie all’entrata, che si allontanarono di corsa in direzione del rumore. Erano addestrati a sparare prima di chiedere le generalità.
Nessuno poteva avvicinare il sindaco, e le misure di sicurezza erano state aumentate da quando c’era stato un attentato qualche mese prima.
Ma Elena era decisa a entrare in quella casa-fortezza, conscia dei pericoli e della possibilità di non riuscire a uscirne mai più. La piccola Sara era prigioniera nelle segrete della villa, vittima della voglia del sindaco di punire Elena per i suoi errori.
Era stato un caso, non aveva voluto davvero infrangere le regole, ma era successo, e il sindaco gliel’avrebbe fatta pagare cara.
«Perché tua sorella è prigioniera in quel lurido posto?» chiese uno dei ribelli che aiutavano Elena nel salvataggio.
«Io e Sara lavoravamo come cameriere tuttofare in questa casa, e avevamo un’unica regola: non entrare mai nella stanza rosa del primo piano.»
«E tu invece ci sei entrata? Cosa c’era al suo interno?» Elena sospirò, prendendo tempo e guardando verso il giardino fiorito davanti alla casa.
«Un segreto inconfessabile, qualcosa che il sindaco non vuole far sapere ai suoi concittadini.» Quel pomeriggio era salita a pulire le stanze del primo piano, ma aveva finito prima, fermandosi un attimo in corridoio.
La porticina rosa la chiamava, come un potente incantesimo. La curiosità aveva vinto, così la giovane si era avvicinata al legno laccato. Nessun rumore si udiva al di là della porta, nessun movimento strano.
La maniglia si era abbassata con facilità, rivelando una grande stanza piena di giochi e oggetti per neonati.
C’era però qualcosa di sbagliato in tutto ciò che Elena guardava, era tutto più grande, come se un adulto potesse usare tranquillamente quegli oggetti, tornando a essere un pargolo di pochi mesi.
Mentre era ipnotizzata da quello spettacolo, una mano si era appoggiata sulla spalla di Elena, facendola saltare per aria con un urlo strozzato.
Il viso iracondo del sindaco era irrigidito in un finto sorriso accondiscendente. «Perché ti trovi qui piccola Elena? Perché ti ribelli alle mie regole?»
La giovane aveva balbettato, terrorizzata, non riuscendo ad articolare una frase di senso compiuto. Il sindaco tiranno l’aveva guardata, prima di sputare la sua sentenza.
«In punizione.» Elena vide una guardia del corpo di nero vestita, avvicinarsi pericolosamente al suo braccio con delle manette nella mano destra.
Non poteva essere vero, non doveva permettere loro di farle del male. Doveva fuggire.
Con le ali della paura, e la mente lucida dall’odio per quel sindaco autoritario, Elena svicolò tra i due uomini, scivolando via come un’anguilla.
«Prendila, prendila. Mettila in punizione.» La rabbia trattenuta a stento eruttò dal sindaco in urla, gesti inconsulti e piagnistei. Sembrava un bambino che non aveva avuto il giocattolo del momento.
Il tono di voce era aumentato alla fuga della giovane cameriera, diventando stridenti urla rabbiose. Elena correva come il vento scendendo scale, uscendo da porte secondarie, nascondendosi tra gli alberi del parco, fino a un grande ciliegio vicino al muro di cinta.
Vi si era arrampicata in un lampo, scavalcando la parete di mattoni. Era scesa in strada, allo scoperto, e doveva trovare subito riparo e aiuto. Aveva corso nei vicoli del quartiere dei commercianti, arrivando senza fiato a casa dell’amico Carlo.
Lui l’avrebbe aiutata.
Si era creato un gruppo di dissidenti, che volevano rovesciare la dittatura del sindaco. Carlo ne era il capo, e da tempo cercava il modo per arrivare a lui.
Così Elena era stata ospitata in città, nascosta agli occhi delle guardie che pattugliavano i quartieri alla ricerca della cameriera fuggiasca. Dopo una settimana, il sindaco era apparso in televisione, annunciando in una conferenza stampa che Elena era una ricercata pericolosa.
«Metto una taglia sulla sua testa, perché lei possa essere riportata a me e messa in punizione. Chiunque mi porterà informazioni utili avrà una fornitura di cibo e vestiti extra, oltre a quelli dati nella distribuzione ordinaria.»
Era assurdo. Elena si sentiva braccata, e questo complicava le cose. Me non era ancora finita.
«Cara Elena, se mi stai ascoltando, ti chiedo di consegnarti spontaneamente. Potrai salvare dalle prigioni la tua giovane sorellina Sara. Ora lei è in punizione al posto tuo.»
Elena era rimasta senza parole, in piedi davanti al televisore di Carlo. Poi tutto era diventato buio, ed era svenuta. Quando si era ripresa, aveva chiesto aiuto ai ribelli, che ora si trovavano fuori dalla villa per salvare Sara e tutti quei prigionieri nelle grinfie del sindaco.
I suoi genitori sarebbero stati fieri di lei, da lassù. I ribelli avevano un piano preciso per colpire la dittatura, anche a costo di forti perdite. Elena era una di loro adesso, ed era davvero ora di muoversi.


Io sottoscritta ALESSIA NOLLI dichiaro che l’opera in concorso “IN PUNIZIONE” è frutto del mio ingegno e, contestualmente, autorizzo al trattamento dei dati personali ai sensi del D. Lg.n° 196/2003 per la tutela dello stesso. Autorizzo altresì, gli organizzatori del contest all’uso dell’elaborato per lo svolgimento dello stesso.
09/04/14

Alessia Nolli

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